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lunedì 31 gennaio 2011

La Farfalla


La FarfallaE-mail
La FarfallaQuesto disegno nel grano ha le dimensioni incredibili di 530×450 metri. E' apparso  l’8 agosto del 2009 nel territorio olandese precisamente a Goes.
Molti sensitivi e contattisti pensano che questo sia un messaggio molto chiaro per l'umanità che va verso una prossima evoluzione, noi siamo dei bruchi che si trasformeranno in farfalle, i nostri emisferi si apriranno scoprendo e ricordando quello che eravamo e chi ci ha creati, non avremo più legami, lacci e catene che ci terranno prigionieri della menzogna, saremo liberi di elevarci e di aspirare ad un avvenire migliore vivendo in pace con il mondo e con l'universo.

Ecco il Cerchio nel Grano più grande mai apparso nella storia del fenomeno. Si tratta di una formazione mozzafiato che fonde l'Uomo Vitruviano di Leonardo con una farfalla, splendido simbolo di trasmutazione in un momento storico come quello attuale, dove la Trasmutazione è il messaggio che il Logos sta inviando. Si noti come un cerchio sia posto proprio a livello del cuore della fugura umana, ponendo in evidenza, dunque, il centro di realizzazione spirituale.
La formazione misura 530x450 metri e copre un intero campo. È apparsa nei pressi della cittadina di Goes l'8 agosto 2009. Se si contano i cerchi che compondono le ali sono 76 dove 7+6=13 cioè proprio il numero della trasmutazione.
Un falso? Le linee curve che formano la silouette del corpo umano non sono facili da realizzare e sono perfettamente rappresentate senza errori e sbavature sia nella parte destra che sinistra del profilo umano. Una tale precisione è impossibile da mantenere su una superficie così grande.


venerdì 28 gennaio 2011

Anunnaki, inventori dell'Oroscopo


28 gennaio 2011



di Vjnjuk

Lo scrittore Zecharia Sitchin, nelle sue opere ci ha rivelato come furono gli Anunnaki ad inventare l'Oroscopo. Per Sitchin, fu il dio Enki, il primo che raggruppò in "costellazioni" le stelle visibili dalla Terra, dividendo in dodici parti il cielo in cui la Terra orbitava intorno al Sole (circolo zodiacale). Ciascuna delle dodiciesime parti del circolo occupava 30° dell'arco celeste, il passaggio da una casa zodiacale all'altra durava 2.160 anni, e un ciclo completo dello zodiaco durava 25.920 anni. Queste nozioni risalgono ad un periodo antecedente la civiltà umana, perchè il calendario zodiacale venne applicato durante il primo soggiorno di Enki sulla Terra, quando le prime due case zodiacali vennero chiamate in suo onore. Smentendo la tesi che vuole Ipparco di Nicea, astronomo greco, vissuto nel III secolo a.C. come lo scopritore, anche perchè millenni prima di lui, i 
già conoscevano le dodici case zodiacali, con i loro nomi e con le loro raffigurazioni che ancora noi oggi usiamo.
Le dodici case zodiacali dei Sumeri:


01. GU.AN.NA ("Toro Celeste"), Toro
02. MASH.TAB.BA ("Gemelli"), Gemelli
03. DUB ("Tenaglie", "Molle"), Cancro
04. UR.GULA ("Leone"), Leon
05. AB.SIN ("La Fanciulla), Vergine
06. ZI.BA.AN.NA ("Fato Celeste", "La Scala"), Bilancia
07. GIR.TAB ("Ciò che afferra e taglia"), Scorpione 
08. PA.BIL ("Il Difensore", "L'Arciere"), Sagittario
09. SUHUR.MASH ("Pesce-Capra"), Capricorno
10. GU ("Signore delle Acque"), Acquario
11. SIM.MAH ("Pesci"), Pesci
12. KU.MAL ("Abitarore del Campo"), Ariete

sabato 22 gennaio 2011

GLI ANIMALI CONTINUANO A MORIRE: ANCHE CENTINAIA DI MUCCHE E FOCHE

GLI ANIMALI CONTINUANO A MORIRE: ANCHE CENTINAIA DI MUCCHE E FOCHE


Noi, i Giardinieri di Gaia


Questa pagina vorrebbe fare un po' d'informazione in ambito:
ecologia, decrescita e rispetto della natura in generale, freenergy,
scienze di confine, controinformazione, misteri del pianeta Terra,
fenomeni inspiegabili, ufo, e tanto altro ancora...








Gli animali continuano a morire:anche centinaia di mucche e foche
Justin Murphy - The Citizen
Jan 21, 2011



Morìe di animali continuano a susseguirsi in tutto il mondo e non si tratta solo di uccelli e di pesci. E' ora che i nostri governi ci diano spiegazioni. Inutile girare la testa dall'altra parte e dare spiegazioni ridicole. 



Gli animali non si sono suicidati, questo deve essere chiaro! L'articolo che segue, rende conto di altri episodi di morti di animali, in massa. La morte in massa di animali continua: Centinaia di Mucche e Foche trovate morte Casi isolati o qualcosa di più allarmante? Di Steve Watson  - Prisonplanet:prisonplanet.com - L'articolo che segue, rende conto di altri episodi di morti di animali, in massa.

  Le preoccupazioni per le  morìe di animali continuano a crescere dopo la notizia che circa 200 mucche sono state trovate misteriosamente morte nel Wisconsin, e centinaia di foche morte trovate spiaggiate nel Labrador, Canada.

Secondo le cronache, le mucche sono state uccise da una misteriosa infezione, mentre i funzionari non sono ancora in grado di individuare l'esatta causa dopo che i campioni sono stati inviati ai laboratori di Madison per le analisi.

Secondo quanto riferito, il proprietario del bestiame ha detto agli assistenti dello sceriffo che sospetta che le mucche abbiano ceduto alla IBR (rinotracheite infettiva bovina) o alla BVD (diarrea virale bovina). Entrambe le malattie possono causare problemi respiratori e riproduttivi.

In un caso separato, i residenti sulla costa settentrionale del Labrador hanno riferito di aver visto un gran numero di foche morte arenate sulle spiagge.

Il Dipartimento canadese della Pesca e degli Oceani (DFO) sta analizzando le carcasse. Una teoria provvisoria è che la popolazione di foche del territorio sia diventata troppo grande, con un conseguente tasso di mortalità più elevato.

In entrambi i casi gli scienziati credono che ci siano spiegazioni razionali, tuttavia, con così tanti esempi di  morti misteriose di massa degli animali entro le ultime settimane, ci si chiede ancor una volta se i casi sono in qualche modo collegati.

Dall'inizio del nuovo anno, massicce morìe di uccelli sono state riportate in Arkansas, AlabamaKentuckyLouisianaNorth Carolina,Texas and Florida.
Sono state segnalate anche  morie di pesci e granchi.

Morti  inspiegabili di animali sono state riportate anche in Ontario, CanadaItaliaBrasileSveziaFilippineGran BretagnaHaiti,Australia e Nuova Zelanda.

I diversi casi di uccelli e pesci morti  in giro per gli Stati Uniti e nel mondo sono stati accompagnati da una miriade di spiegazioni diverse per quanto riguarda la causa della loro scomparsa.

Le cause più banali riportate sono  fuochi d'artificio, grandine localizzata, linee elettriche, o  altri fenomeni temporanei che hanno causato il panico degli uccelli che si sono lanciati in volo l'uno contro l'altro. Tuttavia, questo non spiega perché eventi simili si stiano verificando in diverse aree del Paese e del mondo e non affronta la questione delle morti di massa di altri animali.

Come abbiamo documentato, i principali sospetti devono essere sempre  i governi in considerazione del fatto che essi sono regolarmente impegnati in esperimenti segreti di armi biologiche ed elettromagnetiche che hanno inciso negativamente sia sugli esseri umani che sugli animali, molte volte in passato.

Uccelli caduti dal cielo, e pesci morti spiaggiati sulle rive dei fiumi in Nord America e in tutto il mondo, finora sono stati in gran parte spacciati dai media mainstream come inspiegabili eventi naturali isolati. Con la morte di un maggior numero di animali ora in campo, il fenomeno può essere studiato con maggior vigore.

Link AttivoFacebook

Fonte: Prisonplanet
17 Gennaio 2011
Traduzione: Dakota Jones!Da: I lupi di Einstein

lunedì 10 gennaio 2011

Il paradosso di Fermi

Il paradosso di Fermi


Scritto da Sirius_Cily


Il paradosso di Fermi è un paradosso che si dice sia stato proposto dal fisico Enrico Fermi nel contesto della probabilità di contattare forme di vita intelligente extraterrestre.

Il paradosso si riassume solitamente nella domanda "Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?". Estremizzando la questione, il problema diventa se noi esseri umani siamo la sola civiltà tecnologicamente avanzata dell'Universo. Questo problema viene usualmente posto come monito alle stime più ottimistiche dell'equazione di Drake (vedi più in basso), che proporrebbero un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate, in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi.


  

La situazione paradossale è dovuta al contrasto tra la sensazione, da molti condivisa e supportata da stime del tipo di quella di Drake, che noi non siamo soli nell'universo e il fatto che i dati osservativi contrastino con questa sensazione. Ne deriva che la nostra osservazione o comprensione dei dati deve essere errata o incompleta.

Nel 1950, mentre lavorava nei laboratori di Los Alamos, Enrico Fermi prese parte ad una conversazione con alcuni colleghi, tra cui Edward Teller, mentre questi si recavano a pranzo. La conversazione verteva su un recente avvistamento di UFO riportato dalla stampa, su cui ironizzava una vignetta satirica. La conversazione si protrasse su vari argomenti correlati, finché improvvisamente, durante il pranzo, Fermi non esclamò "Where are they?" (trad. "Dove sono?").

Possibili soluzioni (qui ne elenchiamo qualcuna, per altre ipotesi rimando alla lettura di "If the Universe is Teeming with Aliens...Where is everybody?" di Stephen Webb)



Siamo soli


La soluzione più semplice è che la probabilità che la vita si evolva spontaneamente nell'universo e si evolva fino a produrre una civiltà evoluta sia estremamente bassa.

Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi su un pianeta. Fattori astronomici, come la posizione all'interno della galassia, l'orbita percorsa dal pianeta intorno alla sua stella centrale e la tipologia di quest'ultima, la sua ellitticità e l'inclinazione dell'orbita, nonché la presenza di satelliti naturali delle caratteristiche della Luna, sono tutti fattori determinanti alla predisposizione alla vita. L'attuale nascita della vita, lo sviluppo di forme di vita intelligente e quindi di civiltà richiede che molte altre coincidenze siano verificate. Gli studi sul nostro Sistema Solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.

Questa tesi può essere contestata sostenendo che la vita non debba necessariamente essere come la osserviamo sulla Terra, ma possa evolversi in condizioni differenti, e che non debba necessariamente basarsi sul carbonio. Molta dell'incertezza deriva dal fatto che i meccanismi che portano alla nascita della vita sono ignoti e quindi è molto difficile, se non impossibile, stimarne la probabilità. Tuttavia l'occorrenza della vita è ritenuta un evento poco probabile anche da parte di alcuni sostenitori dell'esistenza di civiltà aliene; per scavalcare questo problema costoro hanno formulato l'ipotesi della panspermia, la quale sostiene che la vita possa diffondersi facilmente attraverso l'universo o addirittura, nella forma sostenuta da Francis Crick, che possa essere deliberatamente diffusa da civiltà tecnologicamente evolute.



Le civiltà evolute hanno breve durata



Un parametro dell'equazione di Drake è la durata media delle civiltà tecnologicamente evolute. Drake stimò una durata di 10.000 anni (da quando ha iniziato a poter comunicare con onde radio).

Le cause della scomparsa di una civiltà possono essere sia naturali che culturali. Se una civiltà tende naturalmente ad annientarsi, è solo questione di tempo perché inventi i mezzi necessari. L'unico dato osservativo disponibile è che la nostra civiltà dispone da decenni dei mezzi necessari, ma per ora è sopravvissuta. Anche in questo caso è difficile dire quanto la lotta gerarchica, l'aggressività, e l'autoritarismo, elementi del militarismo, siano prerogative della razza umana o siano costanti universali intrinsecamente legate all'evoluzione o all'organizzazione politica degli individui intelligenti. Si consideri che non è necessaria una distruzione totale della specie, ma è sufficiente una involuzione a livelli primitivi dei sopravvissuti per sottrarre la civiltà alla lista di quelle in grado di comunicare. Anche eventi catastrofici di tipo naturale possono considerarsi come gravi pericoli per un pianeta vivo: l'impatto di una cometa, di un asteroide, l'eruzione di un supervulcano o l'alterazione delle condizioni climatiche sono tutte minacce alla vita sulla Terra. Sappiamo che la Terra è stata più volte bersaglio di eventi catastrofici, che hanno causato diverse estinzioni di massa (la più nota nell'opinione pubblica è quella dei dinosauri). Eventi di questo tipo sarebbero prevedibili da una civiltà anche più arretrata della nostra, ma difficilmente rimediabili o prevenibili.

Il problema con questa tesi è che non esiste un campione statisticamente valido con cui poter stimare il parametro di durata media di una civiltà tecnologicamente evoluta. Infatti estrapolare tale valore dalle informazioni relative alla nostra esistenza, oltre a non essere statisticamente sensato, vizia il risultato con un effetto di selezione.
 
Piccola parentesi per i fumettologi: questa tesi è stata anche sostenuta nei fumetti della serie Marvel Ultimate, in cui Reed Richards, membro dei Fantastici 4, sostiene che le civiltà aliene si estinguano a causa dell'arrivo di Galactus (Gah Lak Tus), se non erro nella saga Ultimate Nightmare oppure in Ultimate Secret.

Esistono ma sono troppo lontane

L'universo è estremamente vasto. Prendendo come riferimento la velocità della luce, essa impiega oltre 2 milioni di anni solo per arrivare alla galassia più vicina. È dunque possibile che esistano diverse civiltà evolute e desiderose di comunicare, ma isolate dalle enormi distanze intergalattiche. Questa soluzione però implica che probabilmente siamo soli nella nostra galassia, in contrasto con le stime meno pessimistiche dell'equazione di Drake, che ipotizza l'esistenza di 600 civiltà evolute. Una forma corretta di questa tesi afferma che le civiltà aliene sono attualmente troppo lontane, ovvero che esistono civiltà relativamente vicine, ma che non hanno ancora intrapreso o hanno intrapreso da poco esplorazioni o comunicazioni spaziali.

Ma anche questa ipotesi non è del tutto soddisfacente: infatti se il principio di mediocrità deve essere applicato per postulare l'esistenza di altre razze aliene, deve essere applicato anche per scartare posizioni temporali speciali nella storia della galassia, come sarebbe quella dell'inizio della colonizzazione galattica.

Esistono ma non comunicano o non vogliono comunicare

Ancora più complesso è ipotizzare quale sia la probabilità che una prima forma di vita biologica possa evolversi fino a creare una specie autocosciente e desiderosa di comunicare. È possibile che nell'universo esistano molti corpi celesti ospitanti una forma di vita, ma su pochissimi questa si sia evoluta in una civiltà tecnologica. Inoltre anche se una civiltà sviluppa i mezzi adatti, non è detto che abbia l'idea o il desiderio di cercare di comunicare con altri mondi, magari o perché non ci considerano degni (potrebbero considerare la nostra una civiltà troppo guerrafondaia che mal reagirebbe ad un contatto con loro) o hanno paura di noi o comunque perché forse pensano che un contatto diretto possa nuocere a noi o a loro o semplicemente non hanno mai sviluppato l'idea dell'esistenza di altre civiltà con cui comunicare.

Tuttavia concepire una razza aliena come un'unica entità non è soddisfacente: se pure la civiltà o razza aliena nel suo complesso fosse disinteressata, timorosa o non desiderosa di comunicare con altre civiltà, ciò non preclude che al suo interno debbano esistere individui o gruppi di individui che siano desiderosi o interessati a comunicare.

Non siamo in grado di ricevere le loro comunicazioni

Tutti i nostri attuali tentativi di inviare o ricevere comunicazioni con altri mondi si sono basati sull'utilizzo di onde elettromagnetiche. Così come prima dell'epoca di Guglielmo Marconi non avremmo neppure immaginato di usare questo mezzo, così potremmo non essere neppure in grado di immaginare le tecniche usate da civiltà radicalmente diverse dalla nostra. Alcune tecnologie teorizzate potrebbero essere basate sui neutrini, le onde gravitazionali o la correlazione quantistica. Vi è da aggiungere che tali tecnologie di comunicazioni teorizzate sono molto opinabili sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, in particolare utilizzare la correlazione quantistica per trasmettere informazioni contrasta con un ben assodato teorema della meccanica quantistica. La trasmissione mediante onde gravitazionali o neutrini, non pone obiezioni di carattere teorico, ma richiederebbe delle civiltà con a disposizione una quantità di energia paragonabile a quella contenuta in larga parte dell'Universo. Attualmente vi sono in funzione in alcuni laboratori rivelatori di neutrini e di onde gravitazionali in grado di misurare tali ipotetici segnali se particolarmente intensi. Si può comunque ipotizzare che una civiltà attraversi diverse fasi di evoluzione tecnologica, passando anche per le relativamente facili onde elettromagnetiche. È ragionevole ritenere che scienziati di questa civiltà siano in grado comunque di ricevere e decodificare segnali radio, anche se per loro ormai obsoleti.

Rimanendo nel campo delle onde radio dobbiamo tenere in considerazione il problema della velocità della luce. Le microonde da noi emesse da quando si è sviluppata la televisione, si stanno ancora allontanando da noi alla velocità della luce in tutte le direzioni. Il raggio in anni luce della sfera entro la quale queste informazioni sono ricevibili coincide numericamente con il periodo in anni dal quale le trasmissioni sono iniziate. Nel caso della Terra questo valore è quindi di circa 50 anni luce. La tendenza ad ottimizzare le trasmissioni per ragioni economiche, come nel caso della televisione digitale o dei telefoni cellulari, focalizzandole in fasci di microonde e sopprimendo la portante, fa sì che i segnali trasmessi siano meno distinguibili dallo spazio.

I critici di questa soluzione fanno notare che se una civiltà aliena volesse comunicare, utilizzerebbe dei segnali facilmente riconoscibili come tali, come ad esempio una modulazione con portante. Se tale civiltà intendesse usare segnali di difficile ricezione per evitare di comunicare con altre civiltà più arretrate o diverse, si ricadrebbe nel caso precedente. Inoltre alcuni dei mezzi di comunicazione proposti, alternativi alle onde elettromagnetiche, o sono speculazioni teoriche o sono già rilevabili con la tecnologia terrestre.

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Equazione di Drake 

L'equazione di Drake è il risultato di un ragionamento speculativo sulla possibile esistenza e numero di civiltà evolute extraterrestri.

L'equazione fu proposta nel 1961 dall'astronomo Frank Drake come tentativo di stimare il numero di civiltà extraterrestri evolute presenti nella nostra galassia, con le quali potremmo pensare di entrare in contatto. Il problema più impegnativo per la ricerca è ora di determinare i fattori che figurano nell'equazione.

La formula è la seguente:




in cui:

    N   è il numero di civiltà extraterrestri evolute presenti oggi nella nostra Galassia
    R*   è il tasso medio di formazione stellare nella Via Lattea
    fp    è la frazione di stelle che possiedono pianeti
    ne   è il numero di pianeti per sistema solare in condizione di ospitare forme di vita
    fl    è la frazione dei pianeti ne che ha effettivamente sviluppato la vita
    fi    è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti
    fc    è la frazione di civiltà extraterrestri in grado (e con la volontà) di comunicare
    fm   è la frazione di civiltà in grado di raggiungere e colonizzare più pianeti (non sempre considerata)
    L    è la stima della durata di queste civiltà evolute

La determinazione dei parametri è molto difficile ed in genere mancano molte informazioni necessarie ad una stima anche approssimativa.

I valori scelti inizialmente da Drake e collaboratori sono:

        * R* = 10 per anno
        * fp = 0,5
        * ne = 2
        * fl = 1
        * fi = fc = 0,01
        * L = 10.000 anni.

Il valore R* (tasso di formazione stellare) è quello meno incerto. Anche fp (stelle con pianeti) è relativamente meno dibattuto ed è possibile iniziare a dare un valore anche grazie alle prime osservazioni di pianeti extrasolari a partire dagli anni ottanta. Gli esobiologi possono tentare di fornire un valore per ne e fl ma ci sono dubbi sulle tipologie di stelle che possono offrire condizioni adatte per lo sviluppo della vita. È necessaria l'emissione di una certa quantità di radiazione ultravioletta perché la vita possa avere inizio, mentre la presenza di raggi X è dannosa. Secondo alcune ipotesi la vita è più ubiquitaria di quanto possa apparire (vedi panspermia) ed il valore di fl può essere elevato.

fi, fc ed L sono ben più difficili da proporre. È possibile che l'evoluzione della nostra civiltà sia avvenuta in seguito ad una precisa combinazione di eventi, difficilmente ripetibile. La durata di vita di una civiltà può essere limitata dalla possibilità di autodistruzione o da eventi naturali catastrofici, quali l'alterazione del clima o l'impatto di meteoriti. Drake ipotizzò una stima minima di 10 anni, ovvero all'epoca il periodo di tempo dal quale l'umanità aveva iniziato ad inviare segnali radio nel cosmo (in particolare involontariamente con la televisione). Per lo stesso motivo oggi si può ragionevolmente indicare un periodo di 50 anni.

Applicando i parametri inizialmente adottati da Drake si ottiene un valore di N = 10. In seguito egli dichiarò che tali parametri erano troppo riduttivi e giunse al valore finale N = 600.

Altre stime dei parametri, altrettanto plausibili, danno risultati molto più grandi. Per esempio, posto R* = 20/anno, fp = 0.1, ne = 0.5, fl = 1, fi = 0.5, fc = 0.1 ed L = 100.000 anni, si ottiene N = 5.000.

Valori più pessimistici danno valori di N minori di uno, cosa che non può essere valida per la nostra Galassia in quanto in essa esiste almeno una civiltà tecnologica (la nostra). In questo caso, riconciliare il dato con le osservazioni porterebbe alla conclusione che la maggior parte delle galassie sono vuote.

Le stime più ottimistiche si scontrano però con il paradosso di Fermi, ovvero se esistono tante civiltà in grado di contattarci, perché questo non è ancora avvenuto?

L'unico valore di N dato dalle osservazioni è N=1, ovvero che la nostra civiltà è l'unica a noi nota.

domenica 9 gennaio 2011

SCIENZIATI NOAA: "IL POLO NORD MAGNETICO SI STA MUOVENDO RAPIDAMENTE"

SCIENZIATI NOAA: "IL POLO NORD MAGNETICO SI STA MUOVENDO RAPIDAMENTE"


Il Polo Nord magnetico della terra è in movimento verso la Russia a quasi 40 miglia (64 chilometri) all’anno a causa di modifiche magnetiche nel nucleo del pianeta, secondo i risultati di una nuova ricerca. Il nucleo è troppo profondo per gli scienziati per rilevare direttamente il suo campo magnetico. Ma i ricercatori possono dedurre i movimenti del campo tramite la registrazione come campo magnetico terrestre in cambiamento in superficie e nello spazio.

Ora,i dati appena analizzati suggeriscono che c’è una regione di magnetismo sulla superficie del centro, forse creata da un misterioso “flusso” del magnetismo derivante dal più profondo del nucleo, in rapido mutamento.
“Ed è questa regione che potrebbe essere la responsabile dello spostamento del polo magnetico lontano dalla posizione naturale di lunga data in Canada settentrionale”,ha affermato Arnaud Chulliat, un geofisico all’Institut de physique du Globe de Paris in Francia.


Il Nord magnetico, che è il luogo dove effettivamente puntano gli aghi della bussola è vicino,ma non esattamente nello stesso luogo come il Polo Nord geografico. Attualmente,il Nord magnetico è vicino all’isola di Ellesmere del Canada.

I Navigatori hanno utilizzato il Nord magnetico per secoli per orientare loro stessi…
Anche se i sistemi di posizionamento globali hanno sostituito in larga misura tali tecniche tradizionali,molte persone ancora utilizzano le bussole per muoversi sott’acqua, o dove non si è in grado di comunicare con i satelliti GPS.
Il Polo Nord magnetico si è spostato poco dal luogo scoperto dagli scienziati nel 1831. Quindi nel 1904, il Polo ha iniziato lo spostamento a nordest ad un ritmo costante di circa 9 miglia (15 chilometri) all’anno.
Nel 1989 si è avuta una accelerazione, e nel 2007 gli scienziati hanno confermato che il Polo è ora al galoppo verso la Siberia a 34,37 miglia (55,60 chilometri) all’ anno.


La terra ha un campo magnetico perché il nucleo è costituito da un centro di ferro solido circondato da filature di metallo liquido. In questo modo si crea un “Dinamo” che guida il nostro campo magnetico.
Gli scienziati sospettano che,poiché il nucleo fuso è costantemente in movimento, i cambiamenti nel suo magnetismo potrebbero essere associati alla posizione di superficie del Nord magnetico.
Sebbene la nuova ricerca sembra eseguire il backup di questa idea, Chulliat non è pronto a dire se il Nord magnetico attraverserà poi la Russia.
“È troppo difficile da prevedere”, ha detto Chulliat.

Ps..questa notizia potrebbe essere rilevante anche ai fini degli studi meteoclimatici,in quanto uno spostamento del polo magnetico rilevante e costante,potrebbe portare a sconvolgimenti del nostro pianeta,e anche l’attività solare potrebbe avere un ruolo…


VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEGLI SCIENZIATI NOAA:

"IL POLO NORD MAGNETICO SI STA MUOVENDO RAPIDAMENTE"


Articolo originale (in inglese) su

http://news.nationalgeographic.com/news/2009/12/091224-north-pole-magnetic-russia-earth-core.html

fonti: countdown2012.it - codenamejumper.wordpress.com

mercoledì 5 gennaio 2011

UFO vs STATI UNITI: PROSSIMAMENTE SU WIKILEAKS

 UFO vs STATI UNITI: PROSSIMAMENTE SU WIKILEAKS


Il sito di Current tv ha pubblicato un’intervista rilasciata al Guardian da Julian Assange, il creatore di Wikileaks, in cui annuncia l’esistenza di file che verranno pubblicati prossimamente dal suo sito e che fanno “riferimento agli Ufo“.  Si vocifera che si tratta di una base sottomarina di Ufo situata nella zona del Continente Antartico.

Anche il Times EU ha riportato che Wikileaks svelerà a breve dei cablo segreti degli USA nei quali si riferisce che gli americani hanno ingaggiato una guerra contro gli Ufo dal 2004.
Secondo questo rapporto, tutto è cominciato nel giugno 2004 quando una consistente flotta di Ufo pare sia emersa dal Mare Antartico in direzione Guadalajara, Messico a circa 1600 chilometri dal confine statunitense, cosa che ha allarmato lo zio Sam. La flotta però sarebbe rientrata nella base dei mari dell’Antartide prima di arrivare al confine.

Le preoccupazioni statunitensi risalgono però addirittura al decennio prima, sempre secondo il rapporto, a partire dagli eventi eccezionali dell’11 luglio 1991 (definito il “7/11”). Durante una eclissi solare pare che centinaia di misteriosi velivoli siano apparsi nei cieli di Città del Messico, ripresi anche dalla tv messicana.

Ma secondo il rapporto la continua emersione di queste flotte dall’Antartico sarebbero motivo di pericolo a causa dell’impatto provocato con le onde.


In alto la foto della nave da crociera Clelia II. Una tempesta con onde alte fino a 10 metri aveva investito l’imbarcazione, mandando in avaria motori e sistema radio, mentre attraversava il Canale di Drake. Poi, il provvidenziale intervento della Guardia costiera argentina

Il 13 dicembre pare infatti che un peschereggio sudcoreano, il Number One Insung, sia affondato (e 22 membri dell’equipaggio deceduti sui 42 totali) spiega il rapporto, a causa degli Ufo ed ugualmente pochi giorni fa la nave da crociera Clelia II, con 160 passeggeri a bordo, è stata vicina a rovesciarsi mentre attraversava l’Antartico, poichè colpita dalle onde generate dall’emersione delle navicelle.

In attesa della pubblicazione di questi file “rivelatori”, ecco il video di ciò che accadde a Città del Messico l’11 luglio 1991.


fonte: oltrelostretto.blogsicilia.it

martedì 4 gennaio 2011

Formazione di Oggetti Volanti non Identificati su Roma

Formazione di Oggetti Volanti non Identificati su Roma


Martedì 04 Gennaio 2011 10:09 | Author: Andromeda |

ECCEZIONALE AVVISTAMENTO SU ROMA, DOCUMENTATO CON VIDEO E FOTO DELLA SEQUENZA PROGRESSIVA !!

UFO_ROBERTO_1UFO_ROBERTO_2UFO_ROBERTO_3UFO_ROBERTO_4
UFO_ROBERTO_5UFO_ROBERTO_6UFO_ROBERTO_7UFO_ROBERTO_O_--_SINGOLO_OGGETTO_INFERIORE
Il 29 Dicembre 2010 alle ore 02,10 un esponente del Centro Italiano Ricerche (Roberto M.) mentre stava svolgendo il suo lavoro infermieristico in una clinica in zona Casal Boccone/Bufalotta  a Roma, ha notato degli oggetti volanti non identificati che prontamente ha filmato con il suo cellulare!

Ecco la sua testimonianza: “Mentre stavo svolgendo il mio lavoro di routine terapeutica mi sono soffermato pochi minuti con una paziente per dargli delle spiegazioni mediche sui farmaci da prendere, quando sono stato distolto da cio’ che ho visto dalla finestra. Ho notato, approssimativamente, sopra Guadagnolo/Guidonia, ed in modo ben distinto, quattro oggetti volanti non identificati, tre si trovavano in formazione superiore ed uno (comparso successivamente) piu’ in basso, inizialmente erano fermi ma poi hanno cominciato a spostarsi lentamente;  mentre si spostavano l’oggetto in basso pian piano si avvinava ai tre superiori fino ad unirsi in una formazione perfetta.

Hanno fatto un giro in rotazione spostandosi lentamente e poi sono improvvisamente scomparsi –spegnendosi- proprio come se qualcuno avesse staccato la spina elettrica da una lampada accesa, premetto che la serata era freddina, il cielo era sereno e non si e’ udito alcun rumore”.

Roberto ha avuto la prontezza di filmare l’evento con il suo cellulare, estrapolare le foto in sequenza ed inviarmele. Oltre il video vi mostrero’ l’esatta sequenza fotografica dell’avvistamento.

Copyright: Centro Italiano Ricerche

“E’ TASSATIVAMENTE VIETATO ACQUISIRE E DIVULGARE IL MATERIALE DI QUESTO ARTICOLO SENZA AVER CITATO ESPRESSAMENTE LA FONTE”

Ultimo aggiornamento ( Martedì 04 Gennaio 2011 11:02 )

lunedì 3 gennaio 2011

Le piramidi delle Mauritius

Le piramidi delle Mauritius


Scritto da Sirius_Cily   


A cura di Simone Corradini


La prima volta che lessi dell’esistenza delle sette piramidi nella piana di Plaine Magnein a Mauritius rimasi fortemente colpito. Come era possibile che simili strutture a gradoni quasi identiche (per tipologia costruttiva) a quelle siciliane e sarde nonché a quelle delle Canarie fossero state rinvenute in luogo così lontano? Erano frutto di una medesima “cultura madre” ? Ed in tal caso, chi mai avrebbe potuto costruirle seguendo rotte marittime talmente  lunghe da riuscire persino a circumnavigare l’Africa? Furono proprio questi interrogativi a spingermi a meditare per lungo tempo un viaggio sull’isola più affascinante delle Mascarene, cercando di far combaciare il nostro viaggio di nozze (mio e di mia moglie Alessandra) con il viaggio che avrebbe potuto fornirmi qualche indizio in più su quelle meravigliose strutture a gradoni, unendo così l’utile al dilettevole. Iniziai così a programmare sia il nostro soggiorno sull’isola sia le tappe ed i luoghi da visitare aiutandomi prevalentemente con internet e con l’inestimabile servizio fornito da Google Earth. Si può dire che fu proprio grazie alle immagini da satellite che cominciai a rendermi conto che sull’isola dei defunti Dodo si nascondeva qualcosa di ben più grande rispetto alle seppur bellissime piramidi di Plaine Magnein.



SINGOLARE ALLINEAMENTO

La prima cosa che mi balzò agli occhi era il particolare allineamento delle tre piramidi che si trovano più vicine all’aeroporto, quelle per intenderci che sitrovano più ad Est. A mio parere (e ne sono sempre più convinto) rappresentano anch’esse come le tre piramidi principali della piana di Giza le stelle della cintura di Orione (costellazione visibile anche dall’isola mauriziana). Ad ogni buon conto, continuando a perlustrare per giorni dal monitor del mio pc la superficie dell’isola mi accorsi subito dell’esistenza a Grand Bois così come su gran parte dell’isola di strane macchie scure e strani tumuli a volte di colore nero a volte ricoperti dalla vegetazione, tuttavia non riuscendo a stabilirne la natura rimandai ogni speculazione al viaggio dello scorso Ottobre.


ENORMI E LUNGHI MURI
Sempre da satellite mi accorsi dell’esistenza nel sud dell’isola, in particolare a sud di Savannah a pochi metri dal mare, di alcuni enormi muri di pierta che come ho avuto modo di constatare in seguito sono immensi, lunghissimi e probabilmente della stessa epoca delle piramidi. Tuttavia una volta giunto sul posto non sono riuscito a raggiungere tutti i luoghi che avevo  individuato dal satellite poiché piuttosto difficili da raggiungere in auto ed anche perché ad un certo punto un signore, dipendente di una grossa multinazionale dello zucchero, ci ha bloccati non consentendoci di proseguire sul nostro cammino e precludendoci l’accesso ad una vasta zona sempre a sud di Savannah. Questi antichi muri la cui larghezza varia da 1,5 a 3 metri circa sono stati in gran parte riutilizzati dagli allevatori locali per custodire gli animali al pascolo ed oggi sono caratterizzati da strutture aggiuntive come cancelli di ferro e legno, filo spinato ed abbeveratoi di cemento. La tecnica costruttiva di questi chilometrici muri (che purtoppo da satellite si vedono poco poiché coperti dalle fronde degli alberi) è la stessa di quella osservata sulle piramidi e sono costituiti delle stesse rocce vulcaniche nere che sono state utilizzate nella costruzione delle suddette piramidi e che si trovano praticamente ovunque sull’isola raccolte in immense cataste.
Sempre da satellite è possibile notare come in alcune zone vi siano delle macchie rettangolari o quadrate sul terreno che a mio parere farebbero supporre l’esistenza in passato di altre piccole piramidi oggi forse completamente rimosse per agevolare il passaggio dei mezzi agricoli sugli immensi appezzamenti di canna da zucchero. 

DUE TIPI DI ROCCE
Ma veniamo al dunque. Appena giunto sul sito di Plaine Magnein mi accorsi subito che le piramidi erano abbastanza danneggiate e che si poteva notare un particolare singolare. Queste meravigliose strutture a gradoni furono costruite utilizzando differenti materiali, infatti all’esterno sono tutte ricoperte da roccia vulcanica scura squadrata in blocchi più o meno omogenei mentre all’interno sono caratterizzate da uno o due tipi di roccia biancastra e per lo più caratterizzata da piccoli frammenti grezzi ed in alcuni punti da lastre di altro materiale sempre di colore chiaro.


STRANI FORI
Girando attorno alla prima piramide che incontrammo notai subito una enorme roccia posta alla base della struttura e caratterizzata da tre inequivocabili segni di lavorazione. Si tratta di tre fori perfettamente circolari e molto lisci, profondi almeno una trentina di centimeri e realizzati in modo obliquo. Rimane quindi da stabilire chi li abbia realizzati e quando dato che per ottenere un simile risultato si sarebbe indubbiamente reso necessario l’utilizzo di qualche tipo di trapano ad alta velocità. Ribadisco comunque che non sono in possesso di alcuna prova in grado di dimostrare con certezza che tali fori risalgano all’epoca della costruzione delle piramidi oppure siano stati realizzati in seguito in epoca moderna.


L’ OTTAVA PIRAMIDE?
Poco più avanti accanto a quella che viene comunemente indicata come le quinta piramide del complesso esiste una ulteriore struttura a base quadrata e di forma apprrossimativamente piramidale. La struttura in questione è molto più piccola delle altre sette piramidi ed è praticamente distrutta e ricoperta di vegetazione ma anche in questo caso si nota che è composta da due differenti tipi di roccia (gli stessi delle altre piramidi) e da satellite risulta essere ben squadrata e perfettamente  allineata con il lato nord della piramide ad essa vicina. Tutti questi particolari mi inducono a considerarla come una piccola piramide “satellite”, l’ottava del complesso di Plaine Magnein appunto.  Non posso invece esprimermi in merito del tumulo circolare alla base del capanno del guardiano che per inteso non sorveglia le piramidi bensì le “preziosissime” canne da zucchero. Devo inoltre aggiungere di essere stato prontamente accolto dal manager della piantagione che educatamente mi ha invitato ad alzare i tacchi.

UN SECONDO ENORME COMPLESSO
Il 18/10/10 vale a dire l’ottavo giorno del nostro soggiorno mauriziano intorno alle 13,00 ora locale ci stavamo recando a visitare la fabbrica del thè di Bois Cherì. Oramai mi ero rassegnato ad incontrare solamente informi cataste di pietre ammassate nei campi, prima dagli schiavi poi dai moderni mezzi agricoli, convincendomi che tutte quelle strane strutture osservate da satellite fossero a questo punto semplici cumuli di pietre e niente più. Fortunatamente mi sbagliavo. Guardando distrattamente fuori dal finestrino del Pick-up che ci stava accompagnando i miei increduli occhi scorsero ad un tratto una silouette piuttosto famigliare e con un sobbalzo presi ad urlare per la sorpresa provocando un attacco di cuore ai miei compagni di viaggio del tutto rilassati sui propri sedili. Avevo appena scoperto un immenso complesso di piccole piramidi di cui forse nessuno sapeva niente, a parte ovviamente gli apatici contadini locali. Il complesso in questione è davvero enorme sia per l’estensione, sia per il numero di strutture piramidali che lo compongono. Il sito di Grand Bois si estende per chilometri tutto attorno all’omonimo paesino sia a Nord che a Sud, sia ad Est che ad Ovest e sicuramente molte di queste strutture a gradoni sono state in passato demolite per far spazio ai seminativi e a nuovi edifici, spesso costruiti appunto con tali pietre già abbastanza squadrate e quindi pronte all’uso. Le piramidi di Gran Bois sono mediamente più piccole di quelle di Plaine Magnein e probabilmente se fossimo passati in un altro periodo con le canne da zucchero alte 5 metri non le avremmo nemmeno potute distinguere. Sono strutture a gradoni realizzate con le stesse tecniche costruttive delle altre sette e sempre costituite da due tipologie di rocce. A mio parere sarebbe importante riuscire a mapparle tutte con precisione al fine di poterle censire e numerare ed al fine di poter controllare se la loro disposizione serva a rappresentare sul terreno qualche costellazione come in altri luoghi del pianeta. Inoltre, come nella lontana Teotihuacan ad est di Grand Bois si sviluppa un complesso lineare di piramidi con al centro una strada simile alla più famosa “Strada dei morti” messicana e questo non può che stimolare la mia curiosità nel tracciare similitudini nemmeno così assurde. Nel totale il sito archeologico di Grand Bois conta almeno una cinquantina di piramidi a gradoni e rappresenta a mio avviso una delle più importanti scoperte archeologiche dell’anno.


CONCLUSIONI PERSONALI
Direi che è abbastanza evidente il fatto che a Mauritius sia esistita una civiltà abbastanza antica legata al mare ed organizzata in una società stanziale in grado di occupare stabilmente più o meno tutta la parte meridionale dell’isola e capace di edificare una gran quantità di costruzioni piramidali, muri enormi e strade lastricate di cui si trovano i segni sia a Plaine Magnein sia a Grand Bois. Purtroppo però il governo mauriziano è a dir poco latitante e lacunoso in materia di conservazione e tutela dei propri beni storici e culturali e questo atteggiamento rischia di compromettere la salvaguardia di un pezzo di storia tutto da chiarire e sicuramente molto affascinante. Mi auguro quindi che sempre più appassionati e ricercatori decidano di visitare Mauritius alla ricerca di altre piramidi nascoste ed alla scoperta di qualche dettaglio capace di far luce sulle incredibili similitudini che legano il passato di questa incredibile isola con quello di altre zone del pianeta unite a doppio filo non solo dall’esistenza delle piramidi ma probabilmente anche da origini culturali comuni.  Infine, alla luce del fatto che le canne da zucchero possono raggiungere anche i 5 metri di altezza prima di essere tagliate e che quindi spesso non si riesce a vedere nulla oltre ad esse, nemmeno passandovi accanto, è più che lecito supporre che sull’isola mauriziana possano esservi ancora molte altre piramidi da scoprire.
Credo che l’archeologia abbia bisogno in egual misura di regole ed intuizioni, di ricerca ed immaginazione, poiché senza la capacità di saper guardare oltre i propri limiti si rischia di non oltrepassarli mai.

S.C.
Ecco un breve filmato disponibile su You Tube: